L’economista francese è ottimista: ogni Stato impari a far da sé ma le istituzioni devono funzionare
FrancescaPierantozzi
PARIGI. Economista, scrittore, direttore d’orchestra, ex consigliere speciale di François Mitterrand,autore di oltre cinquanta libri tradotti in venti lingue, Jacques Attali è dal 2007 presidente della Commissione per la liberazione della crescita in Francia.
Come giudica l’ultima performance europea a Strasburgo, con Merkel, Sarkozy e Monti?
“Hanno manifestato la buona volontà di andare nella direzione giusta: una integrazione federale. Sulla Banca Centrale siamo ancora in una situazione paradossale: le si chiede di essere indipendente e nello stesso tempo ai tedeschi di autorizzarla a prestare di più. Ora: ola Bce è indipendente o c’è bisogno dell’autorizzazione dei tedeschi. Mi auguroche l’indipendenza consentirà nelle prossime settimane alla Bce di evitare di suicidarsi”.
Come giudica il comportamento della Germania?
“Non esiste una sola Germania. Molti in Germania cominciano ormai a capire che il crollo dell’euro è una possibilità, e che sarebbe una catastrofe anche per loro,non fosse altro per il fatto che la moneta tedesca sarebbe sopravvalutata e aumenterebbe le difficoltà a esportare. Una grande parte della Germania, anche se forse non ancora i massimi livelli dello stato, ha capitoche una maggiore solidarietà europea deve passare per un’integrazione di bilancio, l’emissione di eurobond e nel lasciare la Bce fare il suo lavoro. Niente di meno niente di più»”
Con Monti l’Italia è tornata in Europa?
“Senza alcun dubbio. E’ tornata la bella Italia: distinta, raffinata, elegante, lucida, intellettuale, professionale”.
Ma sempre con un altissimo debito pubblico. L’Italia ha ancora un ruolo da svolgere in Europa?
“Come si dice giustamente: l’Italia farà da sé. L’importante è che rimetta in ordine i conti. Cosa del tutto realizzabile. Sono sufficienti un po’ di volontà e la creazione di nuovi meccanismi pensionistico, fiscale e di governance. Non sono affatto preoccupato. Tra qualche settimana l’Italia può essere, credo sarà, lo studente diligente dell’Europa”.
Monti ha esortato tutti, in primo luogog li italiani, a svolgere i compiti a casa. E’una formula che ha un senso europeo?
“Ha un senso per ogni stato. Mal’Europa è anche la sommadi tutti. Ognuno deve mettere in ordine in casa propria ma allo stesso tempo le istituzioni federali devono funzionare. Senza l’acceleratore europeo, le misure di rigore non servono”.
Cosa deve e può fare l’Europa
“Tre cose. A breve, consentire alla Bce di fare il suo mestiere, ovvero creare moneta se necessario. Poi, realizzare strumentidi controllo reciproco in materiadi deficit di bilancio. Infine creare uno stato federale”.
Tutto questo è fattibile?
“In una settimana”.
E una tregua tra mercati e stati?
“Non ha senso parlare di tregua tra creditori edebitori. I mercati agiscono normalmente, sono creditori che chiedono gentilmente di essere rimborsati. E’comprensibile,no?”
Da circa un anno,ogni vertice europeo o internazionale è considerato come quello dell’ultima chance. Quale sarà il segnale che siamo al punto di non ritorno?
“Se Italia, Spagna o Francia si trovano inuna situazione simile a quella greca o se le banche europee restano a corto di liquidità”.
In Italia si esaltano le qualità tecniche degliesperti del governo. Un’ammissione di incompetenza o impotenza della politica?
“Il governo Monti non è un governo tecnico ma un governo democratico. Sostenuto dal parlamento. Ma ci dà l’occasione di sottolineare che democrazia non significa fare qualsiasi cosa. Democrazia è la gestione della rarità (di beni, mezzi etc) inmodo libero. Lo dimentichiamo troppo spesso. I politici,troppo preoccupati dalla popolarità, adorano sopra ogni cosa diminuire le tasse e aumentare le spese.
Questa crisi può trasformarsi in un’opportunità?
“Come qualsiasi crisi. E’ da una crisi che nel 1984 è nato il mercato unico, una crisi ha prodotto nel ’93 la moneta unica: da questa potrebbe emergere il bilancio federale europeo”.